Vaccini Covid-19: quello che gli studi non ci dicono…

Questo articolo si basa sulla traduzione dello studio COVID-19 vaccine efficacy and effectiveness—the elephant (not) in the room, di Piero Olliaro, Els Torreele e Michel Vaillant, pubblicato su Lancet il 20 aprile 2021. Per fare ulteriore chiarezza sugli argomenti trattati, il testo è stato integrato con l’articolo di Brandon Dyson Absolute Risk Reduction: Your Secret Weapon in Literature Evaluation e con lo studio What does 95% COVID-19 vaccine efficacy really mean? di Piero Olliaro, pubblicato su Lancet il 17 febbraio 2021. Ulteriori fonti saranno specificate in seguito.

COVID-19 vaccine efficacy and effectiveness—the elephant (not) in the room, di Piero Olliaro, Els Torreele e Michel Vaillant

Traduzione di Alice Lazzari

Con il contributo di Rossana Motta

Sono circa 96 i vaccini contro il Covid-19 che si trovano a vari stadi di sviluppo clinico [1]. Attualmente abbiamo i risultati provvisori di quattro studi pubblicati su riviste scientifiche (riguardanti i vaccini Pfizer–BioNTech BNT162b2 mRNA [2], Moderna–US National Institutes of Health [NIH] mRNA-1273 [3], AstraZeneca–Oxford ChAdOx1 nCov-19 vaccine [4] e Gamaleya GamCovidVac [Sputnik V] [5]) e di tre studi riportati sui documenti informativi della US Food and Drug Administration (riguardanti i vaccini Pfizer–BioNTech [6], Moderna–NIH [7] e Johnson & Johnson [J&J] Ad26.COV2.S [8]). Gli estratti di questi studi sono stati comunicati e discussi ampiamente nelle conferenze stampa e sui media, anche se talvolta in modo ingannevole. I dati riportati sono quelli relativi ai gruppi presi in considerazione negli studi delle case farmaceutiche, considerando la riduzione del numero dei casi sintomatici tra gruppo dei non vaccinati e quello dei vaccinati; tuttavia comprendere appieno la differenza tra l’efficacia negli studi (efficacy) e l’efficacia sulla popolazione reale (effectiveness) non è così semplice come si potrebbe pensare. A seconda del modo in cui i dati sono espressi il quadro che ne emerge è piuttosto diverso.

La efficacy di un vaccino è generalmente riportata in termini di Riduzione del Rischio Relativo, (RRR), che si calcola a partire dal Rischio Relativo (RR) – cioè il rapporto tra l’incidenza dei casi con o senza il vaccino. La classificazione secondo la efficacy riporta una Riduzione del Rischio Relativo del 95% per il vaccino Pfizer–BioNTech, del 94% per Moderna–NIH, del 90% per Gamaleya, del 67% per J&J, e del 67% per AstraZeneca–Oxford. Ma la RRR dovrebbe essere considerata alla luce del rischio di base di essere infettati e di sviluppare il Covid-19, che varia nel tempo e a seconda della popolazione. Mentre l’indice di RRR è parametrato solo ai soggetti che potrebbero trarre giovamento dal vaccino, l’indice di Riduzione del Rischio Assoluto (ARR), che è la differenza tra l’incidenza dei casi con o senza il vaccino, tiene conto dell’intera popolazione. Generalmente il dato della ARR viene ignorato, poiché i tassi scendono di molto e danno una visione dell’effetto molto meno “d’effetto”: 1·3% per il vaccino AstraZeneca–Oxford, 1·2% per Moderna–NIH, 1·2% per J&J, 0·93% per Gamaleya, e 0·84% per Pfizer–BioNTech.

Come calcolare gli indici di ARR, RRR e NNT

Dall’articolo Absolute Risk Reduction: Your Secret Weapon in Literature Evaluation di Brandon Dyson

È tempo di fare chiarezza su alcuni termini. Il Rischio Assoluto è il rischio che un determinato evento si manifesti, considerati tutti i fattori di rischio e di confondimento. Ad esempio, la probabilità che nel corso della vita di una persona si manifesti un episodio aterosclerotico, sulle basi dell’incidenza e della frequenza nel suo gruppo demografico.

Il Rischio Relativo è una cosa diversa. Si tratta del rischio che un determinato evento si manifesti in comparazione con qualcos’altro (vedi il significato del termine “relativo”). Ad esempio, il rischio di una Trombosi Venosa Profonda per un fumatore rispetto a quello per un non fumatore.

I concetti di Riduzione del Rischio Relativo (RRR) e di Riduzione del Rischio Assoluto (ARR), invece, implicano un intervento: indicano la riduzione del Rischio Assoluto e del Rischio Relativo attraverso una terapia. La ARR è la riduzione del rischio che un determinato evento si manifesti qualora venga somministrato un trattamento, considerati tutti i fattori che possono determinare tale rischio. Questo dato, solitamente, è molto diverso da quello della RRR.

Per comprendere meglio le formule con cui si ottengono questi due indici, riporterò un esempio, relativo ai calcoli del gruppo Pfizer, nel paragrafo successivo.

Per avere, invece, un’idea a livello pratico di quanto siano diversi i due concetti (e della confusione a cui può portare una mancata informazione in questo senso) mi servirò di due storielle paradossali [N.d.T.].

In una città imprecisata dell’occidente venne messo uno spaventapasseri per scacciare via le tigri. Davanti alla perplessità degli abitanti, le autorità garantirono che, secondo alcuni studi, questa misura preventiva avrebbe funzionato al 100%. In effetti, da che lo spaventapasseri era lì, non era stato riportato alcun caso di aggressione da parte di una tigre, dunque presto tutti si convinsero che la misura fosse efficace… dimenticando che nelle città dell’occidente, di tigri, non ce ne fossero neanche prima!

Un uomo aveva paura di volare (non per il Covid, ma per il rischio di rimanere ucciso in un incidente aereo). Per alleviare la sua paura, decise di non prendere più aerei. Così facendo, ridusse praticamente a zero il Rischio Relativo di morire in quella maniera. Le probabilità che andremo a comparare sono le seguenti:

  • Il rischio di morire in un incidente aereo per uno che vola.
  • Il rischio di morire in un incidente aereo per uno che non vola.

Scegliendo di non volare più, quell’uomo ridusse il Rischio Relativo di morire in un incidente aereo del 99, 999% circa. Si tratta di un numero enorme… Chi non vorrebbe ridurre il proprio rischio di morire in un incidente aereo del 99,999%?
Ma bisognerebbe chiedersi: qual è il rischio di base di morire in un incidente aereo (anche per chi l’aereo lo prende)? Possiamo reperire questo dato: il Rischio Assoluto è dello 0.000009%. Una possibilità su 11 milioni: ridurre quel numero del 99,999% fa un effetto totalmente diverso, giusto? Immaginate la notizia sul giornale: “Trovato il trucco per ridurre il rischio di morte da incidente aereo dello 0.000009%“… Non suona molto bene: decisamente meglio “99,999%“!

La Riduzione del Rischio Relativo non è cattiva, è solo incompresa. RRR e ARR, in fin dei conti, sono solo due indici per misurare l’impatto di un intervento. Sono il modo per determinare l’utilità clinica di un farmaco. Possono entrambi aiutarci a stabilire se un nuovo trattamento sarà di beneficio ai pazienti.

Eppure c’è un motivo per cui scrivo questo articolo. Come ho detto prima, di solito l’Absolute Risk Reduction è da calcolare, perché non viene riportato negli studi. La Riduzione del Rischio Relativo, invece, è di maggiore impatto, nonostante non sempre indichi un beneficio clinico significativo. Nel mondo della medicina, “d’impatto” è sinonimo di “drammaticamente costoso”. La Riduzione del Rischio Assoluto, d’altro canto, viene impiegata per fare un’analisi costi-benefici.

Come calcolare gli indici di ARR e RRR – Dai dati trasmessi da Pfizer alla FDA [9]

* O non testati: lo studio, per design, ha considerato solo la distribuzione dei primi 170 positivi. È dunque possibile che il numero dei positivi fosse più alto [10].

La formula per calcolare l’indice di ARR è: Control Event Rate – CER, in questo caso il numero di positivi al Covid nel gruppo trattato col Placebo meno Experimental Event Rate – EER, in questo caso il numero di positivi al Covid nel gruppo trattato col vaccino.

CER – EER = ARR

0.7456 – 0.03683 = 0,70877 (circa 0,7%)

La formula per calcolare l’indice di RRR è: Control Event Rate meno Experimental Event Rate, diviso Control Event Rate.

(CER – EER) / CER = RRR

0.7456 – 0.03683 / 0.7456 = 0,9506 (circa 95%)

La discussione sulla Riduzione del Rischio Assoluto non sarebbe completa senza menzionare l’efficacia sulla popolazione reale (effectiveness): il Number Needed to Treat, ossia il numero di pazienti da trattare per ottenere un beneficio terapeutico. In questo caso specifico: il numero di soggetti da vaccinare per prevenire un caso di Covid (è possibile trovare anche l’abbreviazione NNV – Number Needed to Vaccinate). Il NNT è un altro modo di esprimere l’indice di ARR ed è, matematicamente parlando, il suo inverso moltiplicato per cento: ciò significa che il numero è più grande con più il ARR è piccolo.

1 / ARR = NNT

Utilizzando l’esempio dello studio Pfizer:

1 / 0,70877 = 1,410 (NNT = 142)

Approssimiamo il decimale all’eccesso perché, trattandosi di persone, questo dato deve essere una cifra tonda.

Tornando allo studio su Lancet, ecco i dati del NNT relativi ai vaccini presi in esame: 76 per il vaccino Moderna–NIH, 78 per AstraZeneca–Oxford, 80 per Gamaleya, 84 per J&J, e 117 per Pfizer–BioNTech. La differenza tra i dati di RRR e ARR dipende dalla combinazione tra la efficacy e il rischio di base di contrarre il Covid-19: 0·9% nello studio di Pfizer–BioNTech, 1% in quello di Gamaleya, 1·4% in quello di Moderna–NIH, 1·8% in quello di J&J, e 1·9% in quello di AstraZeneca–Oxford. ARR (e NNV) cambiano a seconda del rischio di base: più alto è il rischio, più alta è la effectiveness.

Ricordiamo che eventuali piccole incongruenze nelle percentuali o nei decimali sono dovute all’intervallo di confidenza.

Si possono capire molte cose dal modo in cui vengono condotti gli studi e presentati i risultati. Se viene riportato solamente l’indice di RRR, omettendo quello di ARR, si introduce un elemento di non obiettività, che condiziona il giudizio su quanto un vaccino sia davvero efficace. Nella comunicazione degli studi sui vaccini, specialmente per decisioni in materia di salute pubblica (come la scelta di quali vaccini comprare e distribuire) fornire un quadro dei dati completo di contesto è fondamentale. Tali decisioni devono essere supportate da una comprensione dettagliata dei risultati degli studi, che deve includere l’accesso completo ai dati e il vaglio da parte di una fonte indipendente.

La comparazione dei vaccini sulla base dei dati – provvisori – delle sperimentazioni attualmente disponibili è resa ancora più difficile dalla scarsa omogeneità dei protocolli, il che comprende: la mancanza di accordo su punti fondamentali (come la definizione di “caso Covid”), i tipi di Placebo, la categoria di popolazione presa in esame (sia durante uno stesso studio, sia tra uno studio e l’altro), il rischio di base di contrarre Il virus durante gli studi, la durata dell’esposizione e gli obiettivi e i metodi statistici. Cosa più importante, rimane senza risposta la domanda circa l’efficacia di un vaccino su popolazioni che hanno un diverso rischio di base di contrarre il Covid-19. Non è una questione di scarso rilievo, poiché l’intensità della trasmissione cambia da Paese a Paese, ed è influenzata da fattori quali gli interventi di sanità pubblica e le varianti.

L’unica indicazione che abbiamo circa l’efficacia di un vaccino sulla popolazione reale è il caso della campagna di vaccinazione di massa in Israele, con il vaccino Pfizer–BioNTech. Nonostante lo studio e la metodologia cambino radicalmente rispetto alla fase di sperimentazione randomizzata [11], Dagan e colleghi riportano un indice di RRR del 94%, che è essenzialmente lo stesso di quello delle sperimentazioni nella fase 3 (95%), ma con un indice di ARR dello 0,46%, che si traduce in un NNT di 217 (mentre nella fase 3 erano rispettivamente: 0,84% e 119) [12]. Ciò significa che, sulla popolazione reale, il numero di soggetti da vaccinare si è dimostrato 1,8 volte maggiore rispetto a quanto previsto nei test clinici.

Il significato delle percentuali di efficacia di un vaccino sulla popolazione reale

da: What does 95% COVID-19 vaccine efficacy really mean? di Piero Olliaro

È d’obbligo dissipare ogni ambiguità su come l’efficacia dei vaccini verificata in laboratorio si traduce nella vita reale. I vaccini mRNA-based Pfizer [13] e Moderna [14] hanno dimostrato di avere il 94-95% di efficacy nel prevenire un’infezione sintomatica da Covid-19. Ciò significa che in un campione di popolazione come quella iscritta alla sperimentazione, con un tasso cumulativo di contagio su un periodo di 3 mesi di circa al 1% senza il vaccino, ci aspetteremmo che circa lo 0,05% di persone vaccinate contragga il virus. Ma non significa che il 95% della popolazione è protetta dalla malattia con il vaccino: questo fraintendimento è purtroppo diffuso, ed è stato trovato anche nell’Editoriale Lancet Infectious Diseases [15]. Secondo gli esempi usati nell’Editoriale, infatti, vengono definite “persone protette” coloro che, se non vaccinate, potrebbero contrarre l’infezione da Covid-19.

Fare chiarezza sull’efficacia dei vaccini, quindi, è di fondamentale importanza poiché, nonostante noi conosciamo la Riduzione del Rischio Relativo, che si riferisce alle condizioni nella fase di sperimentazione, non sappiamo se e come queste potrebbero variare su popolazioni con rischi di esposizione al virus differenti e diversi livelli di trasmissione e tassi di attacco. La matematica di base in questo caso ci è di aiuto. Se un indice di RRR del 95% significasse che, su una popolazione di 100.000 abitanti tutti vaccinati, il 95% è protetto, allora avremmo 5000 individui ammalati in un periodo di 3 mesi, il che è pressappoco l’attuale tasso di casi Covid-19 nel Regno Unito. [A febbraio 2021, quando è stato pubblicato questo studio, la percentuale degli individui vaccinati in UK era solo il 22,5%, N.d.T.]. Piuttosto, una efficacy del 95% significa che, al posto dei 1000 casi di Covid-19 su 100.000, che dovremmo aspettarci in una popolazione non vaccinata*, col vaccino, ne avremmo 50.

* Questo dato (rischio di base) è ottenuto osservando il gruppo di sperimentazione trattato con il placebo, di cui si è ammalato, nei tre mesi dello studio, circa l’1% dei soggetti.

La mancanza di coordinazione nelle sperimentazioni della fase 3 non soddisfa i requisiti sanitari: sarebbe auspicabile utilizzare una piattaforma sperimentale con un protocollo comune, per rispondere alle esigenze fondamentali della salute pubblica, al fine di prendere decisioni basate su criteri e su valutazioni uniformi.

Le considerazioni sopra esposte si fondano su studi riguardanti la prevenzione di forme di infezione Covid-19 da lieve a moderata. Non sono finalizzati a trarre conclusioni sulla prevenzione di ricoveri ospedalieri, di forme gravi di infezione, di fatalità o sulla potenziale riduzione della trasmissibilità del virus. Stabilire l’adeguatezza di un vaccino dovrebbe invece considerare tutti gli indicatori (RRR, ARR, NNT) e includere aspetti quali la sicurezza, la dispiegabilita, la disponibilità e i costi.

Una volta ottenute tutte queste informazioni – scrive Brandon Dyson nell’articolo Absolute Risk Reduction: Your Secret Weapon in Literature Evaluation – il medico dovrebbe riferirle al paziente, al fine di creare un approccio collaborativo che sia nel suo migliore interesse.

NOTE

[1] Fonte

[2] Polack FP, Thomas SJ, Kitchin N et al., Safety and efficacy of the BNT162b2 mRNA COVID-19 Vaccine. N Engl J Med. 2020; 383: 2603-2615

[3] Baden LR, El Sahly HM, Essink B et al., Efficacy and safety of the mRNA-1273 SARS-CoV-2 Vaccine. N Engl J Med. 2021; 384: 403-416

[4] Voysey M, Clemens SAC, Madhi SA et al., Safety and efficacy of the ChAdOx1 nCoV-19 vaccine (AZD1222) against SARS-CoV-2: an interim analysis of four randomised controlled trials in Brazil, South Africa, and the UK. Lancet. 2021; 397: 99-111

[5] Logunov DY, Dolzhikova IV, Shcheblyakov DV et al., Safety and efficacy of an rAd26 and rAd5 vector-based heterologous prime-boost COVID-19 vaccine: an interim analysis of a randomised controlled phase 3 trial in Russia. Lancet. 2021; 397: 671-681

[6] Fonte

[7] Fonte

[8] Fonte

[9] Fonte

[10] Fonte

[11] Polack FP, Thomas SJ, Kitchin N et al., Safety and efficacy of the BNT162b2 mRNA COVID-19 Vaccine. N Engl J Med. 2020; 383: 2603-2615

[12] Fonte

[13] Fonte

[14] Fonte

[15] The Lancet Infectious Diseases. An exceptional vaccination policy in exceptional circumstances. Lancet Infect Dis. 2021; 21: 149

Come Rockefeller ha fondato Big Pharma e ha dichiarato guerra alle cure naturali

Articolo comparso sul sito The Truthers Journal

Traduzione di Alice Lazzari

Si dice che la famiglia Rockefeller abbia in qualche modo influenzato la società moderna, ma ciò che i più faticano a realizzare è quanto grande sia stato effettivamente questo impatto.

Il nome Rockefeller sarebbe addirittura legato al discredito della medicina naturale, con la finalità di fondare grandi industrie farmaceutiche che garantiscono alla famiglia enormi guadagni. In questo articolo vedremo come… [N.d.T.]

L’Occidente ha la migliore e la più redditizia assistenza sanitaria di tutto il mondo

In Occidente si trovano alcuni tra i migliori servizi sanitari. Chiunque si trovi in situazioni di emergenza che richiedano immediata assistenza medica gode di una maggiore copertura qui che nel resto del mondo. Anche in termini di qualità del servizio, in Occidente l’offerta è migliore rispetto a quella di un Paese in via di sviluppo. Tuttavia si sottovaluta spesso il fatto che l’industria sanitaria sia anche un business da molti miliardi di dollari.

La medicina mainstream di oggi si basa su trattamenti, quali farmaci, radiografie e operazioni, che hanno ingenti costi. Molti però non sanno che i Rockefeller sono stati tra i primi a riconoscere e sfruttare quello che attualmente è diventato un vero e proprio ecosistema aziendale che consente enormi guadagni.

Chiunque metta in discussione Big Pharma è etichettato come un ciarlatano e un complottista

Oggi viviamo in un mondo dove è presente una forte censura da parte dei social media, e chiunque si azzardi a mettere in discussione le intenzioni dei colossi dell’industria farmaceutica è considerato un pazzo e etichettato come un complottista.

Ogni informazione riguardante pratiche o piante olistiche è definita una “fake news”, dal momento che queste ultime sono ritenute delle minacce alle cure proposte dalle grandi case farmaceutiche.

John D. Rockefeller fiutò l’affare da subito. Era un magnate dell’industria petrolifera, il primo negli USA a diventare miliardario. All’inizio del XX secolo la sua azienda Standard Oil aveva già il 90% del controllo delle raffinerie di petrolio degli Stati Uniti. In quegli anni i ricercatori si imbatterono nei prodotti petrolchimici e scoprirono che a partire da questi era possibile ricavare molti farmaci. Il primo tipo di plastica, la Bachelite, fu sintetizzata, a partire dal petrolio, per la prima volta nel 1907.

La scoperta: è possibile ricavare i medicinali dal petrolio

Il punto di svolta arrivò quando i ricercatori scoprirono che le vitamine potevano essere prodotte a partire dal petrolio insieme ad altri presunti prodotti farmaceutici. Questo rappresentava una grande opportunità di guadagno per Rockefeller, che si rese conto che poteva monopolizzare non più solo l’industria petrolifera, ma anche quelle e farmaceutica e medicale. I prodotti petrolchimici

rappresentavano una scoperta che poteva essere brevettata e che avrebbe portato ingenti ricavi. L’unico ostacolo poteva essere rappresentato dai rimedi a base di erbe e dalle cure naturali, che a quel tempo negli USA erano molto in voga. Circa la metà dei professionisti statunitensi praticavano la medicina olistica, basandosi sulle conoscenze degli europei e dei nativi americani.

Ciò significava che Rockefeller avrebbe dovuto far fronte ad una significativa concorrenza. Per riuscirci utilizzò una strategia collaudata da tempo: il modello “problema – reazione – soluzione“. Questa forma di manipolazione consiste nel creare un problema che metta la gente in uno stato di terrore, per poi offrire loro una soluzione che era già stata pianificata in partenza.

Chiese aiuto ad Andrew Carnegie, che aveva accumulato una fortuna grazie al monopolio dell’industria siderurgica. La Carnegie Foundation incaricò allora Abraham Flexner di documentarsi sullo stato di tutte le strutture mediche e di tutte le facoltà di medicina negli USA, con lo scopo di stendere una relazione. Così fu prodotto il Flexner Report, che sta alla base della attuale concezione dei trattamenti farmacologici.

Il Flexner Report e l’incarcerazione dei professionisti della medicina olistica

Il Flexner Report dichiarò che erano necessari un rinnovamento e una centralizzazione delle istituzioni mediche. A seguito di questa relazione metà delle facoltà di medicina statunitensi vennero chiuse.

Le cure naturali e l’omeopatia vennero totalmente screditate e alcuni professionisti della medicina olistica furono addirittura mandati in prigione. Rockefeller donò oltre 100 milioni di dollari per aiutare tali istituzioni e università a compiere la transizione e per convincere medici e ricercatori a rivedere le loro posizioni. Fu inoltre creata la General Education Board. In breve tempo le facoltà di medicina furono strutturate e omologate e gli studenti si resero conto che i farmaci che venivano impiegati erano registrati con un brevetto. I ricercatori ricevettero ingenti sovvenzioni per studiare intere proprietà di varie specie di piante medicinali con lo scopo di capire come queste fossero in grado di curare le malattie. In realtà lo scopo era determinarne i composti chimici per ricrearli successivamente in laboratorio, in modo tale che potessero essere brevettati.

Le cure per malattie come il cancro fanno male al portafoglio

Sono passati 100 anni e le facoltà di medicina ora sfornano dottori che non sanno nulla delle pratiche olistiche e dei molti benefici che le erbe medicinali possono offrire. Il governo degli Stati Uniti investe il 15% del Prodotto Interno Lordo nelle cure proposte dalla medicina mainstream. Si tratta di un sistema sanitario volto solamente alla soppressione dei sintomi e che produce una serie infinita di clienti fidelizzati. Nonostante gli enormi progressi, non ci sono ancora cure per il cancro, il diabete, l’asma, l’autismo… e nemmeno per il comune raffreddore. Tali cure sarebbero molto dannose per gli affari. Nonostante tutto ciò, John D. Rockefeller è stato tra gli artefici dell’istituzione della American Cancer Society nel 1913.

La medicina dei Rockefeller: quando è il profitto a farla da padrone

Mentre i cittadini statunitensi si preoccupano del sito Internet dell’Obamacare e si chiedono com’è possibile che il Paese sia diventato schiavo del sistema sanitario più caro al mondo, per comprenderne le ragioni dobbiamo tornare indietro di qualche pagina e informarci su come, all’inizio del XX secolo, si sia costituito il paradigma medico attuale. E ringraziare per questo la Rockefeller Foundation e i suoi soci.

1984 o Brave New World: quale dei due incubi distopici è più probabile che si avveri?

Articolo di Ben Bartee comparso sul sito THE DAILY BELL

Traduzione di Alice Lazzari

Che la popolazione mondiale stia precipitando a rotta di collo verso una distopia è ormai un fatto assodato. Ma la domanda importante che rimane è: il nuovo inferno totalitario sarà più simile ad un mondo bruciato e devastato da violenze e uccisioni (in stile Mad Max) oppure ad un regime dove la gente è lobotomizzata, internata, sottomessa e riempita di medicinali?

In termini di letteratura distopica, il prodotto dell’ingegneria sociale, orribile e anti-umano, che si profila all’orizzonte ricorderà di più la visione espressa da George Orwell in 1984 o quella di Aldous Huxley in Brave New World?

Lessi il primo quarto di 1984 per la prima volta all’età di 15 anni nel capannone dietro alla casa di mio padre a Topeka, Kansas, seduto sul taglia erba. Sua moglie all’epoca mi aveva cacciato di casa, allora eccomi lì, al crepuscolo, seduto alla luce fioca dell’unica lampadina che si trovava in un angolo. Tutto intorno a me era buio.

La sofferenza umana del mondo di Winston emergeva dalle pagine con una chiarezza cristallina.

Il termine “1984” nel linguaggio comune è diventato sinonimo della condotta brutale tenuta dalla classe dirigente nel romanzo. L’idea predominante dello stato dipinto da Orwell è riassumibile in quella che è probabilmente la frase più inquietante del libro dall’Agente del Partito O’Brien mentre tortura il protagonista Winston: “Se vuoi un’immagine del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano — per sempre”.

Uno stato di polizia governato dalla legge militare è la tipica preoccupazione della maggior parte dei libertari in merito ad eventuali ingerenze autoritarie, dato che è la maniera più ovvia ed evidente per arrivare a una presa di potere.

Il Partito di 1984, lo Stato, persegue il potere non come un mezzo per raggiungere un obiettivo, ma come un fine in sé e per sé. Una “pressione esercitata sui centri nervosi del potere”:

“È questo il mondo che stiamo preparando, Winston, un mondo di vittoria dopo vittoria, trionfo dopo trionfo, una continua, continua, continua pressione esercitata sui centri nervosi del potere”.

George Orwell, 1984

È un’istituzione violenta, anzi, celebrativa della violenza in un modo quasi religioso, il che è l’espressione più cruda del potere statale. La sua lingua madre, secondo la visione di Orwell, non è costituita da parole, che il Grande Fratello cerca di eliminare definitivamente, ma dalla brutalità.

Tuttavia, come la storia ha dimostrato più volte, la forza bruta da sola non è mai bastata – finora – a mantenere per sempre il controllo sulla popolazione.

Alla fine, nessuna forma di oppressione sui cittadini, per quanto spietata, né l’infiltrazione di elementi sovversivi, né alcun grado di censura, sono mai riusciti a fermare il deterioramento di un tale stato sotto l’attacco di una popolazione esasperata.

Ecco la premessa a partire da cui Orwell e Huxley presero strade separate in merito alla forma che avrebbe potuto assumere un futuro totalitarismo.

“Uno Stato totalitario davvero efficiente sarebbe quello in cui l’onnipotente potere esecutivo dei capi politici e il loro corpo manageriale controllano una popolazione di schiavi che non devono essere costretti ad esserlo con la forza, perché amano la loro schiavitù”.

Aldous Huxley, Brave New World

In una significativa lettera scritta ad Orwell a seguito della pubblicazione di 1984, Huxley chiarì ulteriormente questa divergenza di teorie:

“Credo che entro la prossima generazione i padroni del mondo scopriranno che […]la loro brama di potere potrà essere completamente soddisfatta suggestionando le persone ad amare la loro schiavitù”.

Aldous Huxley, Lettera a George Orwell

La storia in parte spiega il motivo di questa separazione. George Orwell arrivò alle sue intuizioni sulla politica, innegabili nella loro lucidità penetrante e messe a nudo dalla semplicità del suo stile, grazie alla sua esperienza al servizio dell’Impero Britannico negli anni vittoriosi in cui era una potenza mondiale.

La sua visione della classe dominante dell’Oceania di 1984 sembra presa pari pari dalle pagine della storia del colonialismo britannico, portato alle più assurde conseguenze logiche e alle più brutali conclusioni.

Huxley, dal canto suo, frequentava i circoli della scienza comportamentale formatisi all’interno della classe dominante che aveva guidato la Rivoluzione Industriale. Quelli – per intenderci – ossessionati dal potenziale, senza precedenti, del condizionamento pavloviano applicato su larga scala per controllare popolazioni intere.

È questo il modo in cui la visione di Huxley, forse ancora più orribile dell’oppressione spietata di 1984, si manifesta nel mondo di oggi: la tirannia della forza bruta (il principale modus operandi del Partito nel romanzo di Orwell) rappresenta il passato. In futuro le classi dirigenti baseranno il loro dominio sul condizionamento sociale e sulla medicalizzazione.

“La medicalizzazione può essere definita come il processo secondo cui alcuni aspetti della vita umana hanno iniziato ad essere considerati delle patologie, mentre prima non lo erano”.

Mascolinità tossica; fragilità bianca; cinque classi distinte di disturbi d’ansia; sette tipi diversi di depressione; disforia di genere, persino in bambini di due anni: sono questi i prodotti della medicalizzazione.

In Brave New World l’intera popolazione assume un sedativo, detto Soma, varie volte al giorno: questa è la cura per ogni dolore o disagio, anche se lieve:

Essa aveva inghiottito di nascosto mezzo grammo di Soma con il risultato che ora poteva starsene seduta serenamente senza ascoltare, senza pensare a nulla, fissando i grandi occhi azzurri sul viso del custode con un’espressione di estatica attenzione.

Aldous Huxley, Brave New World

Sembra familiare, potreste pensare. Nell’America del Ventunesimo secolo cerchiamo l’aiuto di un “professionista della salute mentale”, quasi istintivamente, con un senso di annientamento, di disperazione e di incertezza. Questi, in cambio, ci offre una cura farmacologica.

La popolazione statunitense è letteralmente sommersa da ricette di pillole che riescano a colmare enormi voragini spirituali. Ogni anno milioni di cittadini si fanno prescrivere medicinali psicotropi, come Xanax, Valium, Ativan, Klonopin, Lexapro, Effexor, Zoloft, Adderall, Abilify e qualsiasi altro farmaco voglia aggiungere il dottore a questa lista. Eppure, nonostante gli Americani per il sistema sanitario nazionale spendano, pro capite, più di ogni altra nazione del pianeta, la psicosi spirituale non smette di farsi sentire.

Per risolvere i problemi ti vengono prescritte una valanga di pastiglie e di iniezioni. Nel caso la cura proposta dal “sistema sanitario” non funzionasse, eccone un’altra e un’altra ancora, finché non arrivi ad essere completamente stordito. Fino al tuo passaggio definitivo alla condizione di morto che cammina, fino a che diventi l’ombra di ciò che eri prima. Fino a che non sei docile e sottomesso. Fino a che non sei completamente asservito.

Questa è una guerra spirituale. E la popolazione viene presa in schiavitù senza che se ne accorga, trovandosi a vivere in un’inconsapevole beatitudine indotta da farmaci.

La malvagia genialità degli ingegneri sociali si mostra al suo culmine negli armadietti dei medicinali traboccanti di psicofarmaci e nelle immagini sui profili social di chi ha imparato ad amare la propria schiavitù fin dall’infanzia fino ad arrivare a scrivere con orgoglio “io mi sono vaccinato”.

Dovremmo davvero leggere Brave New World, romanzo eccellente, per prendere consapevolezza di chi è stato a portarci a questa sofferenza e con quale fine. Dopodiché bisognerebbe andare a prendere i nostri padroni, per far loro pagare il prezzo di averci rubato il futuro.